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AMEDEO MARCHETTI. “OUT OF THE BLUE”

Amedeo MarchettiAmedeo Marchetti è nato a Tione di Trento nel 1959 e risiede a Bolbeno (Trentino). Ha coltivato fin dall’infanzia la passione per la pittura e già nel 1978 realizza una serie di disegni ed opere pittoriche, arrivando al suo esordio ufficiale nel mondo dell’arte 3 anni dopo, nel 1981, con la segnalazione ad un premio e grande riconoscimento di pubblico. Dal 1986 è ammesso al Premio Nazionale dei Pittori Naif, nel 1997 il Museo Nazionale delle Arti Naives “C. Zavattini” di Luzzara – Reggio Emilia, gli acquisisce il dipinto “Abbracciami forte stasera”.  Nello stesso anno viene presentato in videoconferenza dal critico d’arte Alfredo Gianolio. Nel 2001 in occasione della mostra “Ligabue e dintorni” organizzata dai Comuni di Vomano e Tossicia vengono esposte due sue opere, mentre ancora ad Azzignano (frazione di Tossicia) inizia il primo di due murales che terminerà nel 2003.  Sempre nel 2001 “Le Palais des Naifs Musee International” Bages Pyrenees Russillon France espone sue 5 opere, una delle quali rimarrà permanentemente.  Nel 2002 vince la “Lucia d’Oro” il primo premio della 32a edizione internazionale di Varenna sul Lago di Como. Nel 2003 alla mostra internazionale La Mandria di Chivasso (To) rappresenta l’Italia al 37° Mednarodnj Tabor di Trebnje in Slovenia. Dal 1999 partecipa su invito al “Gran Prix Suisse et Gran Prix Europe de Peinture Primitive Moderne nella cittadina di Morges. Nel 2005 espone presso il Museo di Vico, cittadina a 20 chilometri da Parigi e un‘opera è oggi parte della collezione permanente. Espone a Bologna, Rimini, Parma, Milano, Torino, Guglia, Asiago, Pinzolo, Tione, Rango di Bleggio, Ponte Arche, Condino, Trento … E’ segnalato in cataloghi e sulle più importanti pubblicazioni artistiche ed hanno scritto di lui: Avv. Dott. Alfredo Gianolio; Prof. Dott. Pierluigi Menapace; Prof. Dott. Azeglio Bertoni; Prof. Graziano Riccadonna; Alessandro Togni; Ivano Cavallaro; Doriano Mantovan; Carlo Girardini; Alberta Voltolini; Udalrico Gottardi; Enzo Filosi; Fabio Simoni; Chiara Garroni; Francesca Pini; Roberta Bonazza; Giuseppe Ciaghi.

“Gli artisti naif sono sempre pronti a sorprendersi per la bellezza apparentemente comune delle cose” …Ed in questa visuale estetica, in questo atteggiamento emozionale disincantato ed aperto si muove anche Amedeo Marchetti, il più profondo e sincero pittore naif delle Giudicarie, capace da 30 anni ormai, di realizzare nella sua forma maggiormente riconoscibile, opere in grado di modificare il nostro modo di accogliere l’arte anche nel tempo del terzo millennio. Si sente nella sua pittura il suono di una classicità di natura ottocentesca, il gusto per il brivido esotico costruito con le sembianze delle “cose di casa nostra”, il tratto di un carattere rimasto vicino alle sensazioni istintuali dove il naturale primitivismo espressivo, solo in parte, con gli anni, sembra aver ricevuto in dote anche una sorta di eleganza ed uno stile meno ruvido, perfezionato e sostenuto nella pulizia formale costruita dentro i parametri di una leziosità, mai eccessiva.Si odono lontane le tensioni per una pittura ancorata alle sue origini “fin de siècle”, quando la volontà di indipendenza artistica reclamava in maniera prepotente una propria esistenza, dove a segnare i sentieri per l’evoluzione artistica furono proprio le correnti artistiche fra figurazione e astrazione al punto che, anche il pensiero critico arrivato ad un certo limite indicò in questo postulato, “ogni opera crea il suo pubblico”,  tutto il suo carico di modernità.E dentro le avanguardie artistiche del ‘900 vennero a configurarsi attitudini non propriamente considerate fino ad allora. Il Naif, nella sua costruzione sprovveduta, ingenua, istintuale ed incolta, pure se inizialmente venne indicato con una accezione negativa, riuscì in seguito a rompere le catene di una espressività solamente per “addetti ai lavori”, riconducendo la pittura verso orizzonti nei quali tutti potessero trovare possibilità di rappresentazione. Nella sua manifestazione troviamo quindi una speciale originalità dove l’assenza di regole sembra essere la condizione privilegiata, dove pensiero ed immaginazione trovano spazio per esistere in virtù della facoltà degli artisti di istituire, non un modello antico ma, invece, una possibilità di estroversione dell’inconscio. Il Naif quindi nel suo sviluppo fuori dalle convenzioni, ha saputo diminuire la distanza fra le esperienze artistiche e facilitato una percezione “popolare” dell’arte, restituendo altresì, come avvenne in seguito anche per la Transavanguardia nel corso degli Anni ’70, una condizione di “autonomia dell’arte”.Amedeo Marchetti si inserisce decisamente in questa operazione di apertura dell’arte producendo con intensità e qualità estetica opere di estrazione fortemente biografica, dove il recupero del pittoresco, le soluzioni nell’unitarietà stilistica, l’insofferenza alle proporzioni, sembrano descrivere ed anticipare la forma ed i contenuti di una comunicazione spontanea utile anche per il domani.Dentro le sue opere ritroviamo la deformazione del tempo reale al quale assegniamo facoltà mnemoniche utili a ripristinare il nostro personale “Amarcord” dell’anima ed in questo senso osservandole possiamo intuire un tempo immaginario dove a vivere e rivivere rimane solamente la fantasia.Opere silenziose dove tutto sembra rallentato, al limite dell’inerzia, scenografie e storie raccontate dove il frammento reale trova completezza e consistenza nella sua natura evocativa e straniante come dei sogni.Ed infine, mentre rimaniamo avvolti dentro una visione lenta, seppure improvvisa, ecco fluttuanti e coinvolgenti sentimenti intenti ad indicare la forma delle nostre facoltà; la nostalgia capace di farci sentire “fuori/out” mentre vorremmo condividere cose con tutte le cose, e la malinconia dentro un vellutato “blue”, sollievo e consapevolezza con la quale percepiamo di essere parte, anche se infinitesimale, dell’intero Universo.


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