Capitoli

L’idea di ripercorre la storia della Judicaria Summa Laganensis seguendo il filo dei lavori compiuti sin dall’antichità al fine di difendere questi territori dalle alluvioni è nata in primo luogo da una singolare coincidenza: la vasta area indagata dal Centro Studi Judicaria, che da oltre vent’anni si preoccupa «di raccogliere, di salvaguardare, di valorizzare gli elementi e quell’insieme di aspetti sociali e umani che, sotto il profilo culturale, ambientale ed economico, rappresentano la storia delle Giudicarie e dei territori finitimi di pertinenza dei Consorzi B.I.M. fondatori», si sovrappone quasi perfettamente ai bacini idrografici dei fiumi Sarca e Chiese, nel cui ambito l’Ufficio di Zona 1 «cura la progettazione, provvede alla direzione e all’esecuzione in economia dei lavori di sistemazione idraulico-forestale, procura gli operai, i materiali e i mezzi d’opera necessari per l’esecuzione dei lavori». Questa condivisione di competenze territoriali ha favorito l’avvio di una stretta collaborazione tra l’uno e l’altro, nel comune intento di approfondire una materia che, al di là dei pur importanti risvolti tecnici, risulta fortemente intrecciata a molte tra le vicende storiche che hanno segnato la Judicaria Summa Laganensis. Un primo passo ha condotto all’allestimento, nell’ottobre del 2002, della mostra su “La difesa dalle alluvioni nella Judicaria”, che ha avuto se non altro il merito di riaffermare, attraverso immagini per larga parte inedite, l’effettivo significato e la straordinaria importanza delle opere poste a salvaguardia del territorio dalle inondazioni. Il secondo passo viene portato a compimento con la pubblicazione di questo volume, che rispetto alla mostra intende offrire maggiori approfondimenti, senza la pretesa di esaurire un argomento così vasto e complesso, ma comunque proponendosi un obiettivo ambizioso: aprire l’orizzonte storico verso una materia a torto considerata di interesse puramente tecnico, e solo sporadicamente trattata nei testi di storia locale. La difesa del territorio dalle alluvioni costituisce una tra le più antiche e tradizionali attività svolte dalle popolazioni di montagna: per secoli, gli abitanti dei villaggi situati nelle vicinanze dei corsi d’acqua furono impegnati in prima linea nella comune lotta contro le escrescenze di fiumi e torrenti, attuata attraverso la costruzione di argini, briglie ed altre opere “di sistemazione idraulica e forestale”. Solo dopo la catastrofica alluvione che nel 1882 colpì l’arco alpino orientale, lo Stato si accollò gli oneri per la realizzazione delle opere di difesa: questo nuovo approccio ebbe l’effetto di consentire la costruzione di numerose opere, che la difficile situazione economica di molti Comuni aveva fino a quel momento impedito di realizzare, ma portò altresì ad un sempre minore coinvolgimento delle comunità di valle nella diretta esecuzione dei lavori. Accadde quindi che la presenza e l’importanza delle opere di sistemazione idraulico-forestale, ben note alle popolazioni contadine che caratterizzarono la società trentina fino alla seconda metà del secolo scorso, vennero pressoché dimenticate nel volgere di pochi decenni, tanto che nel 1958 il professor Livio Zoli si interrogava «…se la poca considerazione delle sistemazioni idraulico-forestali non derivi dal fatto che, eccettuato un ristretto numero di studiosi, funzionari o appassionati, tutti gli altri ne hanno poca cognizione, sia riguardo alla loro consistenza, sia riguardo alla loro utilità e, se una qualche cognizione ne hanno, ben spesso è imperfetta o deformata». Riguardo alle opere di sistemazione idraulica e forestale esiste oggi, depositata nei vari archivi del Trentino, una moltitudine di documenti storici: la nostra ricerca ne ha portato alla luce una buona parte, e numerosi tra questi vengono ora pubblicati per la prima volta. Si tratta di antichi manoscritti e mappe, vecchi progetti e rare fotografie, che più di ogni parola rendono testimonianza di un’attività di fondamentale importanza per la sicurezza delle nostre popolazioni.

La Mostra

A cura di: Lorenzo Malpaga

Progetto grafico e composizione poster: Mauro Zorer

Stampa ed elaborazione foto: Livio Viviani-Matrix

Allestimento mostra: Roberto Iori, Enzo Iori, Marco Riccadonna, Diego Zambotti

Fonti e documentazione: Archivio Fotografico e Archivio Progetti, Servizio Sistemazione montana Servizio Beni Librari e Archivistici della PAT Archivio di Stato di Trento Archivi comunali di Bocenago, Condino e Mortaso Biblioteca del Centro Studi Judicaria Biblioteca comunale Trento Convento dei Padri Cappuccini di Trento.

Contenuti della mostra

La mostra si compone di circa 400 immagini, distribuite su 40 poster, ed è sviluppata attorno a due argomenti fondamentali: le alluvioni e le opere di difesa. A ciascuno di questi temi è dedicata una sala espositiva. Le fonti della ricerca sono state molteplici: accanto ad alcuni archivi ben noti agli studiosi e agli appassionati di storia locale (Archivio di Stato, biblioteche comunali), è stato attentamente indagato l’Archivio storico del Servizio Sistemazione montana, dal quale provengono oltre il 90% delle immagini esposte. Quest’ultimo archivio, fino ad oggi visitato quasi esclusivamente da tecnici operanti nel settore delle sistemazioni idrauliche e forestali, meriterebbe invece una ben più ampia frequentazione, considerata la qualità e la valenza non solo tecnica, ma soprattutto storica, dei documenti in esso racchiusi; documenti che, oltre a testimoniare la grande importanza attribuita anche in quell’epoca alla difesa del territorio dalle alluvioni, forniscono uno spaccato della società trentina tra l’Ottocento e il Novecento. L’Archivio storico del Servizio Sistemazione montana si articola in due sezioni. La sezione fotografica è conservata presso la sede del Servizio (“Torri” di Trento Nord), in via Trener, 3, e si compone di immagini che risalgono anche ai primi anni del Novecento. La sezione progetti si colloca presso l’Archivio provinciale, in località Melta di Gardolo, di cui è responsabile il dott. Livio Cristofolini. In quest’ultima sezione sono raccolti 161 progetti riguardanti il bacino del Sarca, ed 81 progetti relativi al bacino del Chiese, a copertura di un arco temporale che va dal 1879 al 1950.

Note

 



Fotogallery