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VITTORIO, ARTE, VITI, RICORDI, TRIPLICE PASSIONE

Da una passioncella giovanile a un impegno sul triplice fronte, artista, coltivatore, diarista. La passioncella dopo l’andata in pensione venti anni fa si è trasformata in autentica professione.

Vittorio Parisi, classe 1928, nato a Villa Banale, dopo la pensione dal lavoro sulla fonte delle Terme di Comano non ha dovuto inventarsi nulla: artista e autentico coltivatore lo era già nel sangue.

Così ha cominciato giusto venti anni fa nel suo paese di Villa Banale a dedicarsi anima e corpo alle tre passioni della sua vita, l’arte dell’intaglio su legno, l’arte dello scrivere e l’arte del coltivar viti, le più antiche conosciute perché rimaste nel loro “cultivar” nonostante le mode. Si tratta di un “cultivar” piuttosto antico e unico, tanto che gli stessi teorici di San Michele all’Adige se ne accorgono.

In particolare nel vigneto avito Vittorio ha scoperto la sopravvivenza di una vite antica, ormai scomparsa ovunque, la specie pavana “negrina”, di un tipo particolare: “Nel nostro vigneto familiare -ci racconta- sito lungo il viale Predaia, la negrina è sempre stata coltivata, come la pavana. Accanto ad altre specie finora non identificate, la negrina viene ancora bene!” Già da venti anni il vigneto è a Müller Thurgau con l’assistenza dei tecnici della Valle dei Laghi.

Cinque anni fa Vittorio fa una scommessa con se stesso: piantare nel vigneto davanti a casa (un magnifico balcone sulla valle), 80 piantine di uva bianca completamente biologica, proveniente dalla Germania.

“Non ho eseguito alcun trattamento -assicura Vittorio, e bisogna crederci- e le piante sono rimaste sane!” Così quest’anno ha imbottigliato le prime 20 bottiglie di unn vino dolce e pieno di aromi. L’appezzamento di 4500 metri quadrati è piccolo e la produzione di solaris per ora è solo un esperimento. “Ma riuscito perfettamente, ora mi sono procurato altre piante di solaris che metto e dimora, così l’avventura dell’uva tedesca potrà rendermi almeno un centinaio di bottiglie!” precisa fiducioso Vittorio illustrandoci i mezzi di bottega, il tino, le botteselle.

“Il mio vigneto è la prova che anche in Banale, del resto era così anche in antichità, si può coltivare la vite, basta trovare la varietà giusta, quella che resiste a temperature rigide”, osserva il coltivatore.

L’arte dell’intaglio

Per Vittorio Parisi la vigna è solo una passione, ma non l’unica: poi c’è l’arte dell’intaglio, in cui dopo anni di paziente lavoro è divenuto un maestro: anche se non ha ancora fatto una mostra! E naturalmente l’arte dello scrivere e del poetare.

“Ho cominciato spinto da don Luciano Carnessali, che passava qui spesso per bere un bicchiere di Thurgau. Avevo fatto sul muro esterno della mia casa le quattro stagioni con cemento e polvere di marmo. Dopo il suo giudizio (L’è en po’ rozo, ma en sogeto fantastico!”) mi sono messo a fare altre opere, questa volta su legno…”

E così è nata la passione per l’intaglio, dove l’artigiano mi mescola all’artista per comporre quadretti di nature morte o paesaggi con liste di legno: noce, nazionale o sloveno, betulla (bianco), tek (nero), ciliegio, pesco, olivo, abete bianco, il tutto autoprodotto. Vittorio ci illustra le fasi di lavorazione delle listarelle. Ne nascono soggetti fantastici, generalmente panorami, villaggi, situazioni d’ambiente, dove l’immaginario si confonde con il realistico e il quotidiano a prefigurare un mondo ordinato e pulito come i paesaggi composti da valli, paesi, casette, giardini, vigneti.

 Impegno civico

Vittorio a suo tempo è stato anche in Consiglio comunale a Stenico. A partire dal 1956 siede in consiglio fino al 1969 ininterrottamente. Quale rappresentante della minoranza e consigliere frazionale nel 1968 ingaggia una dura battaglia “sostenendo le buone ragioni a sostegno della priorità di finanziamento ed esecuzione nelle frazioni di opere pubbliche di primissima necessità… ”racconta lui stesso nei Ricordi del mme témp, riuscendo a far annullare la delibera di finanziamento di un’altra opera al posto di quelle frazionali: “Un buon esempio di opposizione costruttiva…”

Nel frattempo, dal 1970 è assunto come addetto al controllo dei bagni e alla fonte nella ex Villa Ninfea, ora Vecchia Fonte, lavoro che svolgerà fino al pensionamento, avvenuto per 1993. Nel 1980 viene rieletto per la quarta volta consigliere comunale e diviene assessore spendendosi per la collettività. Si fa promotore dello sfruttamento delle “parti comunali” ipotizzando specifici vitigni, in terreni adatti a tali colture: la insensibilità dei contadini non afferra l’iniziativa, che deve essere abbandonata.

I quattro libri

Fedele alla sua mission, Vittorio nell’arco di oltre un decennio ha sfornato quattro libri di storia locale, poesia, ricordi del suo tempo. Sempre autoprodotti ed editati da Antolini Centro Stampa di Tione.

Ricordi del me témp è il libro d’esordio, uscito nel 2002 con la bella presentazione di Mario Antolini al raggiungimento dei settant’anni. Come riporta il prefatore, si tratta di un documento arioso e ricco di stimoli: “Bellissimo il titolo ‘Ricordi de mé temp: proprio un pezzo di tempo, trascorso in un ristretto spazio geografico, che , mediante queste pagine, diventa universale poiché, a tutta ragione, si affianca e si inserisce nel solco della grande storia: quella che viene tramandata nei grossi volumi degli esperti ed attraverso la scuola ed i mass-media”.

Insomma, una “piccola storia” legata alla vicenda vissuta direttamente dall’Autore con la piena dedizione alla “vita” fatta di lavoro, rassegnazione, economia, onore, che sono poi le caratteristiche peculiari della nostra gente di montagna. Segue la parte poetica dedicata sia in dialetto che in italiano alla sua terra, Villa Banale, alle tradizioni, ai ricordi di un tempo.

Nel 2003 dà alle stampe il suo secondo libro, Il Canyon del Limarò, sottotitolo “Giò al Mont”, Territorio, Ricordi, Poesie.

Qui Vittorio è testimone privilegiato della selvaggia bellezza della Forra del Limarò, assunta dagli abitanti come vero e proprio “Canyon” per le sue caratteristiche morfologiche. La denominazione “Giò al Mont” deriva dalla particolare collocazione orografica di Villa, posta proprio sopra le parti boschive che costeggiano la Sarca e la sua profonda forra. L’incanto della natura primordiale porta il Nostro a una serie di descrizioni suggestive del loco, fino alla proposta di valorizzazione dell’Orrido del Limarò tramite l’allestimento di un sito Internet, un’agenzia ecoturistica, l’allestimento di percorsi attrezzati, la creazione e valorizzazione in loco della figura professionale della guida naturalistica del Limarò! Proposta avveniristica anche se fondata su un patrimonio naturalistico di tutto rispetto, purtroppo ancora poco conosc iuto e apprezzato.

Nel 2008 esce il terzo libro, Frammenti di storia villese, raccolti con certosina pazienza e introdotti da Giuseppe Leonardi. Spiccano le colture nuove, segno dell’interesse per le coltivazioni sperimentali, la forma dei villaggi, il fenomeno dell’emigrazione, soprattutto le vie del paese intitolate in modo significativo a personaggi del nostro tempo: Leone Salvini, don Alfredo Pellizzari, via Pestelàn, viale Predaia, via Ville Nuove, via Dòs de Dòa, via Tre Novembre, pontèra del Tòrcolo. Ogni via offre il pretesto per approfondimenti sulla vita materiale e sociale di Villa e dei suoi abitanti.

 

Un battito di cuore uscito nell’Aprile 2014 è il suo ultimo libro.

«Nella mia lunga vita ho fatto molte cose, ma mi domando spesso come abbia fatto ad inoltrarmi in una strada così difficile da spiegare anche a me stesso. Infatti mi chiedo spesso come mai, proprio io, che certamente non sono un letterato, abbia avuto il coraggio di inoltrarmi tra i meandri della penna…» L’incipit del primo romanzo di Vittorio Parisi bene chiarisce non solo la modestia dell’autore, ma anche l’obiettivo di una scrittura intesa a ripercorrere i ricordi personali e, in questo caso, un vero e proprio romanzo.

Il romanzo viene dopo altri tre scritti, relativi appunto ai ricordi e ai frammenti di storia villese, il paese di Vittorio Parisi.

Una storia giovanile d’amore, ambientata nelle splendide Giudicarie Esteriori, è al centro del romanzo in 13 capitoli, col finale “sospeso” tra un amore tranquillo e un amore “di ritorno”, il ritorno al primo vero amore: quello promesso su un libro tanti anni prima!