Descrizione
Antonio Di Seclì
GIUSEPPE PAPALEONI (1863-1943)
Storico delle Giudicarie, 1985
124 p. ill., f.to 17×24 cm.
Presentazione di Vincenzo Calì. Opera vincitrice del 1° Premio letterario a lui intitolato. L’accurata ricer- ca dell’autore, mette in luce l’importante contributo portato alla cultura trentina da questo Accademico de- gli Agiati, vissuto per la gran parte della sua vita lonta- no dalla terra di origine. L’opera raccoglie la biografia, la produzione bibliografica e un ricco epistolario inedi- to che Giuseppe Papaleoni, storico delle Giudicarie ed autorevole esponente nel mondo della scuola, intratten- ne dal 1890 al 1942 con amici e intellettuali trentini.
Antonio Di Seclì
“Di Giuseppe Papaleoni, storico delle Giudicarie e autorevole esponente del mondo della scuola, Antonio Di Seclì traccia in quest’opera risultata vincitrice della I a edizione del premio letterario in omaggio all’intellettuale nativo di Daone credo il primo, organico profilo. L’accurata ricerca dell’autore mette in luce l’importante contributo portato alla cultura trentina da questo accademico degli Agiati, vissuto per gran parte della propria vita lontano dalla terra di origine. Ma, se di Papaleoni stimato esponente delle deputazioni di storia patria abbiamo attraverso questo lavoro un’esauriente illustrazione, poco sappiamo dell’azione del Papaleoni in campo scolastico.
Attendiamo da Di Seclì, che ha in animo di continuare le ricerche su questo interessante personaggio, ulteriori notizie sul periodo di attività del Papaleoni presso il Ministero della Pubblica Istruzione negli anni che precedettero il primo conflitto mondiale, come responsabile dell’Ufficio Scolastico di Trento nel primo dopoguerra, e, come preside a Napoli, allorchè seguì il delinearsi della politica scolastica del fascismo. Questo interesse a meglio conoscere l’attività del Papaleoni nella scuola nasce dalla lettura di quanto ci è pervenuto del suo epistolario, che Di Seclì ha raccolto ed egregiamente annotato. Soprattutto dal breve, ma assai interessante carteggio con Ernesta Bittanti Battisti, relativo agli anni del primo dopoguerra, emergono questioni di grande rilevanza per le vicende scolastiche del Trentino, vicende sulle quali poco sappiamo dalla storiografia più o meno recente.
Lamentandosi con Ernesta Battisti della tiepida italianità degli studenti universitari trentini del primo dopoguerra (ma quale crosta di austriacismo ancora portano dalle lezioni dei loro professori e che mi era idea delle cose italiane… quanto migliori eravamo noi, scolari trentini di quarant’anni fa!) Papaleoni pone questioni di non poco momento. I professori che avevano forgiato nel Trentino della seconda metà dell’Ottocento la generazione dei Papaleoni, si erano formati nelle università di Pavia, Padova, Bologna e Firenze: il definitivo distacco del Trentino dopo il 1866 dal retroterra culturale italiano portò, come più volte sottolineò Battisti, all’impoverimento culturale degli studenti trentini. E di uomo di ottima pasta, come ebbe modo di dire Tolomei ricordandolo nel suo Memorie di vita, senz’altro si trattò per il Papaleoni: storico, archivista, studioso dei problemi della pubblica istruzione. Va ricordato come gli accurati studi dello storico di Daone sulla realtà comunale trentina del tardo medioevo e degli inizi dell’età moderna risultino oggi preziosissimi, là dove le fonti da cui lui attinse (pergamene e antiche carte) sono andate in alcuni casi irrimediabilmente perdute”.